Come mio logo ho scelto un albero, spesso usato in psicologia come simbolo, perché esso può essere collegato a 2 importanti rappresentazioni: una è quella dell’essere che fa da tramite tra i due regni, il cielo e la terra, permettendo il loro vicendevole scambio e l’intima necessità di completamento; l’altra è  l’immagine di un percorso, inteso come processo di crescita e di evoluzione.

l mio personale albero è stato creato sulla sabbia, in riva al mare, una mattina dell’estate 2017; L’ho tracciato spontaneamente con il dito della mano ed ho focalizzato il suo messaggio, appena prima che le onde lo cancellassero.

Lo schizzo iniziale partiva dalle radici, arrivava a 5 rami (le dita della mano) e si concludeva tornando alle radici, come un circuito, per dare il senso di un’evoluzione, di un cammino di crescita, ma anche per dare il senso della ciclicità: dopo che si è cresciuti e staccati dalle radici, si torna sempre alle origini, ma arricchiti di una nuova consapevolezza, per diventare poi a nostra volta radici per le generazioni future.

Grazie al supporto grafico di una mia carissima amica (Giulia Galli) il mio schizzo si è trasformato in questo albero: Dall’albero si parte sempre dalle radici, perché la sua storia, così come la nostra storia personale, ha origini profonde: dai nostri avi ereditiamo il cognome, i geni, il DNA, ma anche i sintomi, i tabù e tanto altro ancora, che dobbiamo conoscere per poter capire noi stessi.

Il nostro Essere è intimamente collegato alla famiglia d’origine e alla situazione vissuta dai nostri genitori al momento del concepimento, alle privazioni o all’abbondanza di affetto di cui siamo stati oggetto, ai  desideri che ci hanno accompagnato, a come da piccoli siamo stati toccati/guardati/ascoltati  e con tutto questo siamo  cresciuti, ci siamo “innalzati verso il cielo”, cercando la nostra strada nel modo più consono, in base agli strumenti che ci sono stati forniti. Alcuni di noi possono esser stati innaffiati troppo, altri troppo poco,  ma in qualche modo siamo comunque cresciuti in relazione all’Altro.

Questa relazione con l’Altro (il genitore, il partner, l’amico, il vicino, il collega, lo sconosciuto, ecc) è rappresentata dalla mano, che unisce l’uomo alla natura, è l’incontro tra persona e persona:  il contatto attraverso il tatto (il primo senso che si sviluppa nella vita intrauterina), l’amicizia, il rispetto, il patto ecc., sono tutte modalità che ci permettono di conoscere il non conosciuto, di avvicinarsi a ciò che è esterno a noi, di entrare in contatto con l’altro.

Dall’origine delle nostre radici partiamo e cresciamo attraverso la vita: i nostri errori, le nostre esperienze, le nostre fatiche e le nostre conquiste permettono di strutturarci per “alzarci” ed  iniziare a camminare nel mondo.   Ogni fogliolina abbellisce l’albero, la nostra vita, perché ognuna rappresenta un’opportunità, un’esperienza, una persona incontrata che ci ha aiutato a farci crescere o che abbiamo aiutato a crescere.

Ci sono foglioline verde smeraldo (che rallegrano, danno un senso di gioia e di voglia di vivere) e altre marroni, che sembrano secche (che rappresentano le fatiche, i dolori, le brutte esperienze), perché la vita è fatta di momenti belli e brutti, è gioia e dolore, è luce e buio, vita e morte: i due opposti sono sempre inscindibili, sempre insieme a formare il Tutto.

La vita è dunque come un albero in crescita, che si innalza verso il cielo e che dopo la continua evoluzione, diventa forza che torna alle sue radici con lo sguardo nuovo della consapevolezza in divenire.

Un lavoro terapeutico è possibile viverlo come un modo per aiutarci nella ciclicità della vita: ci può servire per staccarci dalle radici, per saper affrontare e guardare senza paura qualche fogliolina marrone, per riuscire a incontrare l’Altro senza paura, in modo spontaneo e naturale, per riuscire a perdonare e tornare a ricongiungerci con le nostre radici. In qualsiasi fase della vita voi siate siete contemplati e c’è un posticino per voi nel mio albero, per cui vi do il benvenuto e vi aspetto per crescere insieme.